“La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale "Giorno del ricordo" al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. Nella giornata [...] sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado...” Legge del 30 Marzo 2004 n.92
Con questa legge il Parlamento Italiano toglie il velo del Silenzio e dell'omertà sul più grande Genocidio subito dal popolo Italiano nel corso della sua storia. Per oltre 60 anni, l'interesse politico ed il predominio culturale dei vincitori, sono prevalsi sul Cordoglio e sul Ricordo di tutti gli Italiani depredati, torturati, esodati e uccisi nelle terre italiane dell'Istria e della Dalmazia,a Fiume ed a Trieste, sul Carso e nel Friuli, durante l'occupazione dei partigiani sotto il comando del Generale Tito.
Dopo 11 anni dall'emanazione di questa legge, l'Università degli Studi di Siena ha deciso di non Ricordare.
Non rispettando una legge statale, la nostra Università ha fatto trascorrere il 10 Febbraio come un qualsiasi giorno, non ponendo attenzione sul significato profondo di questa giornata ha per tutti coloro che sono stati costretti ad abbandonare le proprie case o sono stati uccisi ed infoibati per non aver rinnegato la propria identità Nazionale.
Non volevamo un evento dai costi esorbitanti o una cerimonia barocca,sarebbe bastata anche una semplice mail, dal basso esborso economico ma dal grandissimo valore simbolico in questa epoca in cui perfino questa tragedia è fonte di divisioni all'interno del nostro popolo.
Ci rammarica questo Silenzio Assordante delle Istituzioni.
Ci rammarica vedere, che a distanza di 70 anni da quell'immane tragedia, perfino l'Università, da sempre il luogo deputato alla formazione ed alla diffusione della cultura, si dimentichi di commemorare uomini, donne, bambini, cattolici, atei, liberali, repubblicani, partigiani, uccisi, solo perché Italiani.
Ci rammarica, sopratutto, come l'Università di Siena, con il suo silenzio, si schieri con chi vuol nascondere e fomentare una divisione che non dovrebbe esistere considerando che la Giornata del Ricordo non ha colori politici o schieramenti, ma solo una bandiera, il Tricolore.
Ci rammarica come nel 2015 ci siano ancora studenti che usano schieramenti e distinzioni ormai desuete per infangare la memoria di quelle ventimila vittime della follia di Tito e dei suoi partigiani.
Il nostro auspicio è che dall'anno prossimo, anche l' Università di Siena decida di Ricordare i nostri connazionali uccisi in un genocidio preordinato sul confine orientale, e che questa volta sia stata solo una “dimenticanza” e non una precisa volontà politica di nascondere la Storia alle generazioni future.
Gioventù Universitaria-Siena
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