sabato 31 gennaio 2015

A GU, grande partenza per il Ciclo di "Cineforum Non-conformi"



Inizia un ciclo di cineforum non conformi.
 Buona la prima.
 Per le prossime riunioni, ogni membro di GU potrà proporre la visione/dibattito su film di interesse. Serate comunitarie, cinema di qualità e confronto saranno le parole chiave per dar vita al cineforum non conforme durante questo 2015.
Lo spettacolo continua.






mercoledì 28 gennaio 2015

CORTEO PER IL RICORDO DEI MARTIRI DELLE FOIBE: 7 FEBBRAIO A SIENA



Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale Siena, Casaggì Valdichiana, Laboratorio Identitario e Gioventù Nazionale Siena hanno organizzato per il 7 febbraio a Siena un corteo per ricordare i martiri delle Foibe e l’esodo giuliano-dalmata. In un comunicato congiunto si legge che “in vista del Giorno del Ricordo abbiamo deciso di organizzare un corteo in onore dei nostri connazionali infoibati sul finire della Seconda Guerra mondiale dalle truppe Jugoslave del generale Tito. Ci è sembrato quanto mai doveroso portare in piazza tutti coloro che non vogliono scordare uno dei capitoli più oscuri della storia d’Italia. Una pagina spesso nascosta, negata e rinnegata da storici e politici, con il mero intento di nascondere le complicità di alcuni partigiani italiani con le truppe che infoibarono migliaia di italiani. 

Il corteo avrà inizio alle ore 18.00 di sabato 7 febbraio da Via Tito Sarrocchi (nei pressi di Porta Tufi) e poi si snoderà per Via di Città, Piazza del Campo e concluderà il suo tragitto in Piazza Indipendenza. 

Ci teniamo a precisare che sarà una marcia assolutamente silenziosa senza musica e slogan in segno di rispetto per tutti coloro che hanno perso la vita in quei momenti. Saranno inoltre assenti tutti i simboli di partiti o movimenti, vi saranno soltanto tricolori e fiaccole perché questa ricorrenza non ha e non deve avere colori politici.”. 

 La nota conclude invitando “ tutti gli amministratori locali, partiti politici, movimenti e semplici cittadini a partecipare per non dimenticare i Martiri delle Foibe.”

RIEPILOGO RIUNIONE 27 GENNAIO: LA STRAGE DELLE FOIBE #iononscordo



Cosa sono le Foibe?
Le foibe sono delle cavità naturali, dei pozzi, presenti sul Carso (altipiano alle spalle di Trieste e dell'Istria). Alla fine della Seconda guerra mondiale i partigiani comunisti di Tito vi gettarono (infoibarono) migliaia di persone, alcune dopo averle fucilate, alcune ancora vive, colpevoli di essere italiane o contrarie al regime comunista.
Quanti furono gli infoibati?
Purtroppo è impossibile dire quanti furono gettati nelle foibe: circa 1.000 sono state le salme esumate, ma molte cavità sono irraggiungibili, altre se ne scoprono solo adesso (60 anni dopo) rendendo impossibile un calcolo esatto dei morti. Approssimativamente si può parlare di 6.000 - 7.000 persone uccise nelle Foibe, alla quali vanno aggiunte più di 3.000 persone scomparse nei gulag (campi di concentramento) di Tito.
Chi erano gli infoibati?
Gli infoibati erano prevalentemente italiani. In generale tutti coloro che si opponevano al regime comunista titino: vi erano quindi anche sloveni e croati. Tra gli italiani vi erano ex fascisti, ma sopratutto gente comune colpevole solo di essere italiana e contro il regime comunista.
Cosa vuol dire "infoibare"
Le vittime dei titini venivano condotte, dopo atroci sevizie, nei pressi della foiba; qui gli aguzzini, non paghi dei maltrattamenti già inflitti, bloccavano i polsi e i piedi tramite filo di ferro ad ogni singola persona con l’ausilio di pinze e, successivamente, legavano gli uni agli altri sempre tramite il di ferro. I massacratori si divertivano, nella maggior parte dei casi, a sparare al primo malcapitato del gruppo che ruzzolava rovinosamente nella foiba spingendo con sé gli altri. (Il disegno è tratto da un opuscolo inglese).

Perchè ricordare?
Nel corso degli anni questi martiri sono stati vilipesi e dimenticati. La storiografia, lo Stato italiano, la politica nazionale, la scuola hanno completamente cancellato il ricordo ed ogni riferimento a chi è stato trucidato per il solo motivo di essere italiano o contro il regime comunista di Tito.
La Foiba di Basovizza
La cosiddetta "Foiba di Basovizza" è in origine un pozzo minerario: esso divenne però nel maggio del 1945 un luogo di esecuzioni sommarie per prigionieri, militari, poliziotti e civili, da parte dei partigiani comunisti di Tito, dapprima destinati ai campi d'internamento allestiti in Slovenia e successivamente giustiziati a Basovizza.

Le vittime destinate ad essere precipitate nella voragine di Basovizza, venivano prelevate nelle case di Trieste, durante i 40 giorni di occupazione jugoslava della città (dal 1 maggio 1945). A Basovizza arrivavano gli autocarri della morte con il loro carico di disgraziati. Questi, con le mani straziate dal filo di ferro e spesso avvinti fra loro a catena, venivano sospinti a gruppi verso l'orlo dell'abisso. Una scarica di mitra ai primi faceva precipitare tutti nel baratro. Sul fondo chi non trovava morte istantanea dopo un volo di 200 metri, continuava ad agonizzare tra gli spasmi delle ferite e le lacerazioni riportate nella caduta tra gli spuntoni di roccia. Molte vittime erano prima spogliate e seviziate.
Ma quante furono le persone gettate nella Foiba di Basovizza? Per quanto riguarda specificamente le persone fatte precipitare nella foiba di Basovizza, è stato fatto un calcolo inusuale e impressionante. Tenendo presente la profondità del pozzo prima e dopo la strage, fu rilevata la differenza di una trentina di metri. Lo spazio volumetrico conterrebbe le salme degli infoibati: oltre duemila vittime. Una cifra agghiacciante. Ma anche se fossero la metà, questa rappresenterebbe pur sempre una strage immane... e a guerra finita!
Il monumento della Foiba di Basovizza
Nel 1980, in seguito all'intervento delle associazioni combattentistiche, patriottiche e dei profughi istriani-fiumani-dalmati, il pozzo di Basovizza e la Foiba n.149 vennero riconosciute quali monumenti d'interesse nazionale. Il sito di Basovizza, sistemato dal comune di Trieste, divenne il memoriale per tutte le vittime degli eccidi del 1943 e 1945, ma anche il fulcro di polemiche per il prolungato silenzio e il mancato omaggio delle più alte cariche dello stato. Tale omaggio giunse nel 1991, anno cruciale per la dissoluzione jugoslava e dell'Unione Sovietica, quando a Basovizza si recò l'allora presidente della repubblica Francesco Cossiga, seguito due anni più tardi dal successore Oscar Luigi Scalfaro, che nel 1992 aveva dichiarato la Foiba di Basovizza "monumento nazionale".

Il 10 febbraio 2007 il Sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, ha solennemente inaugurato il nuovo assetto del Sacrario di Basovizza.
La nuova sistemazione, finalmente degna della rilevanza storico del sito (dichiarato ufficialmente Monumento Nazionale), era stata fortemente voluta dall’Amministrazione Comunale della Città di San Giusto, nella piena consapevolezza che il “Pozzo della Miniera” di Basovizza costituisce non solo luogo del sacrificio di tante innocenti vittime, ma anche figura e simbolo di tutti i drammi che hanno segnato le vicende del confine  orientale al finire del secondo conflitto mondiale; le tante altre Foibe sparse in tutto il territorio della Venezia Giulia, le migliaia e migliaia di deportazioni e scomparsi nell’oblio, la tragedia di tutto un popolo (ben trecentocinquantamila istriani, fiumani e dalmati) che viene ricordata con il nome biblico di “Esodo”.
A margine del Sacrario è stato previsto uno spazio dedicato a Centro di Documentazione, che il Comune di Trieste ha ritenuto di affidare alla Lega Nazionale.
Una Commissione di valenti storici ha provveduto alla stesura dei testi nonché del relativo volume che contiene (in versione multilingue) tale materiale illustrativo.
Il Centro di Documentazione è stato inaugurato nel Giorno del Ricordo del 10 febbraio 2008. 
La Lega Nazionale sente, in modo del tutto particolare, la responsabilità e l’orgoglio per tale compito a cui si trova chiamata.
Responsabilità dei confronti di tutti coloro che si troveranno a visitare il Sacrario di Basovizza: affinché possano conoscere e capire, affinché possa realizzarsi quanto auspicato dal Vescovo di Trieste mons. Antonio Santin, nella sua preghiera per i Martiri delle Foibe: “Questo calvario, col vertice sprofondato nelle viscere della terra, costituisce una grande cattedra, che indica nella giustizia e nell’amore le vie della pace”.

sitoFoibadiBasovizza





venerdì 23 gennaio 2015

Si riaccende la fiamma: Convegno "La Donna al Centro"


Oggi a Siena nella nostra sede in via Tito Sarrocchi, si è tenuto un convegno, a mio dire stupendo, sulla figura della donna.
Un'analisi complessa e elaborata sotto vari aspetti, tematiche e approfondimenti.
Ottimi spunti di riflessioni sono stati proposti dalla nostre relatrici, anche se trattati con sensibilità diverse e non sempre concordi:un incontro dai toni pacati e guidato dalla voglia di comprendere, di trovare una sintesi e il merito di individuare dei punti in comune da cui partire per ricominciare a fare dibattiti culturali, sociali e politici.
Ci tenevo a ringraziare Diana Fabrizi che ha dato subito la disponibilità e ha evidenziato il fatto che si può e si deve ancora cercare il dialogo nella nostra area.
In particolar modo, volevo ringraziare Lucia Di Paolantonio, che se pur assente, ha offerto il suo prezioso contributo scrivendoci una mail. Abbiamo letto con piacere la lettera di Lucia. Mi sono quasi commosso all'idea che ,anche se tutto o quasi, sembra spento nel nostro ambiente, c'è ancora un filo conduttore che lega tutti noi al di là del tempo e dello spazio: sto parlando di quella "fiamma" che sembra essersi assopita e che invece, stasera, si è accesa nel mio cuore ,una speranza ed è bastata una scintilla. Sono state sufficienti poche parole per ridisegnare un mondo di valori, che qualcuno ( più di uno ) ha intenzione di cancellare.
Ho immaginato attraverso quelle frasi i campi politici, le discussioni in sede, gli approfondimenti e gli striscioni a capo delle manifestazioni, che il nostro mondo ha avuto la capacità di inventare. Sono diversi i luoghi, le fisionomie dei volti, ma il contenuto spirituale e ideale di cui sto parlando non cambia da regione a regione.
Ho sentito la stessa passione che arde nei nostri cuori, l'ho rivissuta, poiché è evidente che la sua è anche la mia. Tutto ciò avvalorato dal fatto che una militante, ascoltando le parole di Lucia, mi ha chiesto se quel discorso lo avessi scritto io. Mi è scappato un sorriso.
Penso che più o meno sono le stesse emozioni che ha provato Angela Sorice.

 Non aggiungo altro, ma posso dire con fermezza ed ora più convinto che mai, che in questa epoca di macerie c'è ancora chi non s'arrende!

Di Kris Cipriani










martedì 20 gennaio 2015

LA DONNA AL CENTRO 23 gennaio ore 16:30

“Donna decapitata in Arabia Saudita a colpi di spada”; “Donna uccisa a coltellate”; “Ci sono solo tre paesi con più donne che uomini a capo di un’azienda”; “Elezioni presidenziali. Mai una donna al Quirinale. Una lunga storia di fallimenti”

Questi sono alcuni piccoli esempi di titoloni che pullulano su giornali e riviste ogni giorno.
Non c’è argomento più attuale da affrontare in un dibattito se non il ruolo della Donna nella società a noi contemporanea.
Qual è il ruolo della donna? E’ madre e si cura di casa, marito e figli? E’ lavoratrice e degna di ricoprire cariche importanti anche al di sopra di un uomo? La donna va tutelata di più? Esiste davvero il “femminicidio” di cui tanto si ostinano a parlare i telegiornali? Le donne, vittime di culture che praticano quotidianamente infibulazioni, lapidazioni ecc., vanno tutelate e protette?

A queste e molte altre domande cercheremo di dare risposta noi di Gioventù Universitaria, Venerdì dalle ore 16:30 presso la sede dell’Associazione in via Tito Sarrocchi, 54 (SI) durante il convegno “LA DONNA AL CENTRO”.

Interverranno:
  • Evelina Vigna, La Manif puor Tous
  • Diana Fabrizi , Consigliere Nazionale degli Studenti Universitari
  • Emanuela Marotta, Giornalista
  • Angela Sorice, Presidente FUAN AU
  • Giulia Zani, Empowerement Femminile
  • Elisabetta Santarsiero, Laboratorio Identitario
  • Julietta Lozano, Gioventù Universitaria



Di Mara Cavalloro