lunedì 23 marzo 2015

Francia Avanguardia: L'Europa che guarda ai popoli

Questa è la Gioventù che milita sotto le torri d'avorio, che viene dalla cultura popolare identitaria, lontana dai dogmi politici e dalle sovrastrutture ideologiche.
 Una generazione che ha ancora la voglia, la necessità di incontrare, conoscere, approfondire. 
Il desiderio di capire, l'amore per il confronto, il coraggio del dibattito sono le direttrici di un percorso vissuto passo dopo passo dalla Comunità umana e politica di questi ragazzi. 
“Francia Avanguardia, l'Europa che guarda ai Popoli” è stato un evento memorabile, a tratti esaltante. 
Il secondo di un ciclo di incontri, lanciato da Gioventù Universitaria, nominato “Riflessioni non conformi”. 
La protagonista della serata è stata la redazione “l'intellettuale dissidente”, un miracolo tutto italiano nello scenario del relativismo mondiale: un gruppo di cari amici, di intellettuali, di giornalisti coordinati da Sebastiano Caputo, Lorenzo Vitelli e moderati, in questa occasione, da Francesco Boezi. 
In un periodo in cui dire cose logiche sembra essere diventata un'impresa eccezionale, si è affrontato, discusso l'importanza, il bisogno di riscoprire una cultura popolare e l'esigenza sociale dell'incontro fisico che sia sintesi di pensieri e non conflitto sociale. L'analisi-inchiesta fatta da Caputo nel libro “Francia avanguardia”, ricca di ricostruzione storiche, interviste ai personaggi significativi della Francia Popolare è stata fonte di spunti, per il dibattito, successivo alla presentazione del libro, sicuramente arricchito dai nostri ospiti: Gianfranco Maccarone, Responsabile di Casaggì Valdichiana e portavoce provinciale di FdI, e Francesco Giusti, Segretario della Lega Nord Siena.
 Laboratorio Identitario, il nome della sede, vuole essere un luogo dove confluiscono idee, alternativo alla solita metabolizzazione di pillole di verità preconfezionate. 
Domande, dibattiti e riflessioni sono la matrice di questo microcosmo sospeso tra l'immobilismo sociale e culturale del nostro tempo stanco, incastonato in uno scenario di business e politically correct, in cui sembra essere lecito dire tutto tranne le ovvietà.







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